domenica 15 giugno 2014

Storia di Laura

Liberamente ispirato al romanzo di Cesare Pavese “La luna e i falò”.

Rit: Fu cosi guardando lei, che il mare si arrestò
ora non sente, niente più niente, neanche le onde che fermò.
Il signor padre strinse il nodo della cravatta,
lustrò ogni placca d’oro di ogni medaglia sulla giacca,
sulla tasca bianca il noto logo della croce di Malta,
la divisa della marina gli garantiva un’aura sacra.
Laura bambina lo guardava, ammirava come una statua,
per lei il padre era l’unico dio, il suo super io,
dopo che la madre era morta quando lei era nata,
lei non aveva che lui, lui non aveva che lei, nessun’ altra.
Lui alto ammiraglio al capo di una grande fregata,
quando col palmo caldo le accarezzava la guancia
diceva: -Sapessi quanto la ho amata, sapessi…
aveva i tuoi occhi, le tua ciglia, le tua labbra vermiglie da fata-.
Nella vita del padre solo la figlia e la nave,
il resto valori da immolare alla morale militare, c’è che
in certi uomini di mare le frontiere si delineano e creano,
il suo cuore era un eremo, una scogliera a picco sull’oceano.
Rit: Fu cosi guardando lei che il mare si arrestò,
ora non sente, niente più niente, neanche le onde che fermò…
fu cosi guardando lei che il mare si arrestò,
ora non sente, niente più niente, niente più niente…
Ma Laura crebbe bella come una dea pagana,
portava vestiti di organza e fiandra, profumava di mandorla amara,
suo padre la voleva al meglio, specchio su terre e mari,
l’unica figlia, suo riflesso perfetto inarrivabile ai mortali,
perciò chiunque fosse che osasse corteggiarla
veniva smarrito a due mani come le mosche nell’aria,
per lei nessuno era all’altezza di suo padre
e per suo padre nessuno era all’altezza della sua Laura.
Ma un giorno di brina, nel clima di una prima mattina,
Laura si presentò al braccio di un adone in divisa della marina,
un ufficiale con occhi d’acqua che promise amore,
aveva il bel fare e l’eleganza delle uose nuove.
Laura gli disse di sì, sognava una nuova vita,
quando il padre glielo impedì al mattino era già sparita,
dopo un mese tornò sconfitta, negli occhi una scritta:
per quanto bello l’amore di quello era tutto una finta.
Torno più morta che viva a testa china alla stessa vita,
non aveva più lo sguardo d’incanto di Laura bambina,
passata da una vita da bimba a una vita da vinta,
nessuno capì come sarebbe finita ma tutti capirono che era incinta.
Il padre non volle sentire ragione -Ora trova tu un padre al bastardo!
Lo crescerai sola in casa lontana da ogni sguardo!
Sarà il frutto amaro del disonore, la malaerba in casa e tu:
la bandiera a mezz’asta di un cargo al largo!-.
Lo udirono spaccare ogni specchio, parlare del male,
l’uomo era vecchio: non sapeva dominarsi né comandare;
lo videro incamminarsi e rinnegare il mare,
malediva sé stesso, la figlia, invocava di nome della madre.
La ragazza non disse nulla, fuggì verso l’imbrunire,
tornò dopo un giorno con il mondo stravolto nell’iride,
era andata da una mezzana, una mezza levatrice,
Laura si era fatta ripulire così come si suole dire.
Lei non disse niente e nessuno fece domande,
camminava lenta, guardava distante le speranze,
stava in piedi poco tempo poi a stento sulle gambe
e poi si mise a letto e lo riempì nel mezzo di sangue.
Il padre si chiuse in un silenzio d’onore, niente parole
e lei chiusa non volle parlare neppure al dottore,
aprì la bocca solo verso le ultime ore del sole,
quando morì chiamava solo:-  ..papà, papà..-  a bassa voce.

Rit.

3 commenti:

  1. Bellissima, la base stupenda, la canzone pure!!
    Direi che anche in questa canzone l'abbandonare i frequenti virtuosismi del passato a favore dei contenuti è andato a buon fine visto che...mi ha fatto piangere :)
    Però resto un fervido sostenitore delle rime!!

    refuso (credo): aveva il bel fare e l’eleganza delle uose nuove.

    BIG UP!!

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