Liberamente
ispirato al romanzo di Cesare Pavese “La luna e i falò”.
Rit: Fu cosi guardando lei, che
il mare si arrestò
ora non sente, niente più niente,
neanche le onde che fermò.
Il
signor padre strinse il nodo della cravatta,
lustrò
ogni placca d’oro di ogni medaglia sulla giacca,
sulla
tasca bianca il noto logo della croce di Malta,
la
divisa della marina gli garantiva un’aura sacra.
Laura
bambina lo guardava, ammirava come una statua,
per lei
il padre era l’unico dio, il suo super io,
dopo che
la madre era morta quando lei era nata,
lei non
aveva che lui, lui non aveva che lei, nessun’ altra.
Lui alto
ammiraglio al capo di una grande fregata,
quando
col palmo caldo le accarezzava la guancia
diceva: -Sapessi
quanto la ho amata, sapessi…
aveva i
tuoi occhi, le tua ciglia, le tua labbra vermiglie da fata-.
Nella
vita del padre solo la figlia e la nave,
il resto
valori da immolare alla morale militare, c’è che
in certi
uomini di mare le frontiere si delineano e creano,
il suo
cuore era un eremo, una scogliera a picco sull’oceano.
Rit: Fu cosi guardando lei che il
mare si arrestò,
ora non sente, niente più niente,
neanche le onde che fermò…
fu cosi guardando lei che il mare
si arrestò,
ora non sente, niente più niente,
niente più niente…
Ma Laura
crebbe bella come una dea pagana,
portava
vestiti di organza e fiandra, profumava di mandorla amara,
suo
padre la voleva al meglio, specchio su terre e mari,
l’unica
figlia, suo riflesso perfetto inarrivabile ai mortali,
perciò
chiunque fosse che osasse corteggiarla
veniva
smarrito a due mani come le mosche nell’aria,
per lei
nessuno era all’altezza di suo padre
e per
suo padre nessuno era all’altezza della sua Laura.
Ma un
giorno di brina, nel clima di una prima mattina,
Laura si
presentò al braccio di un adone in divisa della marina,
un
ufficiale con occhi d’acqua che promise amore,
aveva il
bel fare e l’eleganza delle uose nuove.
Laura
gli disse di sì, sognava una nuova vita,
quando il
padre glielo impedì al mattino era già sparita,
dopo un
mese tornò sconfitta, negli occhi una scritta:
per
quanto bello l’amore di quello era tutto una finta.
Torno
più morta che viva a testa china alla stessa vita,
non
aveva più lo sguardo d’incanto di Laura bambina,
passata
da una vita da bimba a una vita da vinta,
nessuno
capì come sarebbe finita ma tutti capirono che era incinta.
Il padre
non volle sentire ragione -Ora trova tu un padre al bastardo!
Lo
crescerai sola in casa lontana da ogni sguardo!
Sarà il
frutto amaro del disonore, la malaerba in casa e tu:
la
bandiera a mezz’asta di un cargo al largo!-.
Lo udirono
spaccare ogni specchio, parlare del male,
l’uomo
era vecchio: non sapeva dominarsi né comandare;
lo
videro incamminarsi e rinnegare il mare,
malediva
sé stesso, la figlia, invocava di nome della madre.
La
ragazza non disse nulla, fuggì verso l’imbrunire,
tornò
dopo un giorno con il mondo stravolto nell’iride,
era
andata da una mezzana, una mezza levatrice,
Laura si
era fatta ripulire così come si suole dire.
Lei non
disse niente e nessuno fece domande,
camminava
lenta, guardava distante le speranze,
stava in
piedi poco tempo poi a stento sulle gambe
e poi si
mise a letto e lo riempì nel mezzo di sangue.
Il padre
si chiuse in un silenzio d’onore, niente parole
e lei
chiusa non volle parlare neppure al dottore,
aprì la
bocca solo verso le ultime ore del sole,
quando
morì chiamava solo:- ..papà, papà..- a bassa voce.
Rit.
Bellissima, la base stupenda, la canzone pure!!
RispondiEliminaDirei che anche in questa canzone l'abbandonare i frequenti virtuosismi del passato a favore dei contenuti è andato a buon fine visto che...mi ha fatto piangere :)
Però resto un fervido sostenitore delle rime!!
refuso (credo): aveva il bel fare e l’eleganza delle uose nuove.
BIG UP!!
Stupenda
RispondiEliminaHo i brividi. Toccante,stupenda.
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