domenica 15 giugno 2014

Sull'Atlantico

Una storia d’altri tempi, una storia di ‘sti tempi…
-Dammi un abbraccio,  due baci, qua ognuno fa quello che può..
Prendi coraggio e una sciarpa…..farà freddo a Nuova York…-
Gianni come molti partiva dal molo più a Sud,
la nonna gli parlava con gli occhi: - non ti rivedrò mai più…-.
Non era ancora un uomo ma aveva braccia e polpacci forti
e il sogno del nuovo mondo come altri compatrioti
che vedevano nell’America una vita senza fame e
bastavano due settimane per raggiungerne i porti
e lo videro sparire sulla strada cantoniera,
tra le vigne e i gelsi bianchi già sepolti dalla sera,
strappò col destro un cimo corto di olivo acerbo e
lo aveva ancora in tasca quando arrivò al porto di Palermo.
Guardò lo sterno in ferro della nave sulle acque,
nelle tasche un biglietto per l’inferno della terza classe.
-Un bacio a te mamma, la nave qua è già fra le onde,
tu che hai preferito piangermi nella distanza più che nella morte-.
Rit: e quanti anni sono? sono tanti anni fa. …
e quanto campa un uomo? non così tanto man..
non sono solo sai i porti degli altri, i corpi degli altri, i morti degli altri…
e quali anni sono? Questi anni qua…
e quanto vale un uomo? Quanti anni ha…
non sono solo sai i mondi degli altri, si scaldano al sole qui i volti  migranti
I migranti ora pregano, stipati nei loro giacigli,
sono i dannati sull’oceano come De Amicis,
due settimane di agonia fra i pianti dei figli,
qualcuno muore di malattia, volano in mare i corpi dei villici.
Lo scafo apre le acque come una forbice,
bagna di sale i molti volti esausti sul ponte,
dopo tutto il giorno passato a fissare l’orizzonte 
hanno le rughe degli occhi con la forma dei contorni della  coste.
Poi l’arrivo là all’alba e a Gianni  pare ormai fatta,
la massa canta quando la nave attracca a Manhattan,
attacca la pancia all'attracco e calma rovescia la calca 
che passa sotto lo sguardo di ogni guardia di Ellis Island.
Ma il sogno del luogo si incrina già sul nuovo molo  
 -Hei men! - Gianni è un uomo solo fra tanti e solo un uomo,
c’è un manifesto monocromo che parla di loro,
c’è scritto: -Zio Sam attento alla nuova orda dei ratti italiani sul suolo!-
Gianni lavora a ore, come scaricatore navale,
dorme testa-piedi con altri dieci in un monolocale,
quando si corica stanco, si gira di lato e scrive di fiato:
-cara madre non è questo il paese che avevo sognato..-.
Passa mesi nei porti, mette da parte dei soldi,
negli anni il “dago” diventa Gianni e Gianni diventa Johnny,
ora che ha i fondi in tasca scappa dai bassifondi
sposa un paesana, compra una casa nel Wisconsin;
ora ha una piccola ditta che taglia legname
ma 30 anni sono molti e pensare a casa lo fa stare male,
così solca l’oceano e ritorna alla patria Trinacria,
dove i fiori di bouganvillea sembrano farfalle di carta.
Gianni sulla spiaggia di casa, sotto il sole che scalpita,
guarda il mare che guarda la costa che guarda l’Africa
poi all’orizzonte scorge un barcone, è fitto di corpi e dolore,
Gianni rivede sé stesso: il migrante ha un solo colore, un solo nome.
Rit.


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