venerdì 15 aprile 2011

Storia di Gino

E’ un’alba calda e Gino corre per la strada
perché a soli 9 anni è una staffetta partigiana
Vive a pieno, non ha freno, si stende e guarda il cielo
poi respira a piene nari e l’aria sa di tiglio e fieno
Perché i veri nazi neri lui non li ha mai visti,
porta nuove sù ai G.a.p. che spa-ra-no ai fascisti
Lui sente, 'stà giovane mente, che non c’è futuro sicuro ma il suo pugno è chiuso
e se crede cresce, lui corre e non cede, più forte ogni mese, la morte lo insegue
su e giù tra case e chiese, su e giù tra strade piene
fino a dove l’erba bassa cede il passo a pietra e neve 


No, no... Gino non sente, non sente più : "..caricare!" poi "...ricaricare!"
Gino non sente più niente,  non sente più il clic-click sul manico, il fucile carico
No, no... Gino non sente, non sente più : "..caricare!" poi "...ricaricare!"
Gino non sente più niente, è stato colpito prima alle gambe e alle tempie poi...

La resistenza non ha standard né target:
nove anni, tre fratelli e un solo paio di scarpe,
di sera la stalla poi di giorno la strada poi
di notte giù la testa sotto i colpi di bengala.
Tu be-be-bene bada che be-be-bene vada,
lui vorrebbe i fasci morti come a Guadalajara
ma qui chi guarda impara col clic qui chi arma spara
però il vero male umano non lo ammazzi mai!
Ma un giorno nero ricordato tra i più pesi
l’arrivo nei paesi della divisione Goering:
alle rebellen haben sic scnict
zu ervarten als den tod!!
Gino vide piani e sedi poi  mise le ali piedi
poi corse tra i sentieri ad avvisare i suoi guerrieri,
quel giorno il suo ardore bagnò il manto al futuro
e il sangue invasore bagnò il grano maturo

Paolo ha un anno in più conosce Gino da anni,
stessa storia, stessa scuola, stessa vita nei campi
I genitori di Paolo, produttori vinicoli,
non sono fascisti ma di ambienti limitrofi si...
In cambio di due cocci, di due soldi e due bossoli
Paolo ha detto ai fasci: “Gino sta con i rossi!
I suoi posti, i suoi boschi, i compagni commossi
tutto questo Gino ha visto in un lampo negli occhi
Il sole rise e soffiava un vento fine
quando tutto vide fine lì lì da fine aprile
....... cos’è rimasto di Gino?
Un cippo in marmo vivo eretto in cima all’Appennino

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