Avvertì i brividi nitidi rivedendo quel posto:
i raggi obliqui tra i glicini e sulle immense pianure d’orzo.
Il borgo era avvolto nel sonno
ma lui ne riconobbe ogni bordo, ogni scorcio.
Ma un ricordo è una luce che sopravvive al tempo e sfida tempo fino a sparire mai
riconobbe ogni metro, ogni spanna
e il ronzio di ogni ape su ogni fiore di salvia.
Quando rivide la sua casa vide un corpo senz’anima,
la vide invasa e divorata dall’erba selvatica,
entrò e li rimase nel silenzio più grave
e riuscì ad ascoltare la voce di ogni trave.
Lì si rivide bambino, col fienile di sfondo
quando appoggiava la mano nellla mano del nonno
ed era un cosmo in un cosmo con un moto contiguo
e l’unione delle mani stabiliva il continuum..